1 / 35
‹
›
‹ 1 / 35 ›
pause
play
enlarge
slideshow
Il buon pastore
Claudia Rubino (prima classificata)
Vincenzo Gerbasi Says:
È la scena di un paesaggio bucolico. Il rapporto tra un pastore e il suo gregge è un rapporto molto intenso e particolare che normalmente è ignorato dalla maggior parte delle persone.
Intanto, è un rapporto continuo. Non esistono giorni liberi, ore di permesso, ferie. L'uno dipende dall'altro e di conseguenza l'intesa è altissima. Basta un cenno del pastore per evitare che il gregge arrivi a brucare facendo danni dove non deve, come la vigna nella foto, un frutteto, una coltivazione di verdure.
Basta un segnale vocale per attraversare di fretta un tratto stradale e non costituire più fonte di pericolo per le auto in transito. È l'occhio attento del pastore a guidare il gregge sui campi dove possono nutrirsi con l'erba a loro più adeguata e salutare. Questa operazione si ripete da migliaia di anni eppure cambia continuamente. Oggi bisogna fare i conti con zone disseminate di spazzatura o dove addirittura vige un divieto di pascolo, poiché contaminate. Per non contare il fatto che tutto lo spazio agricolo è coltivato e pertanto è difficilissimo trovare zone adatte al libero pascolo.
È pertanto un rapporto di fiducia totale in chi deve scegliere cosa è meglio per loro.
Da sempre un'immagine del genere evoca pace e serenità. Non per niente qualche decennio fa era l'immagine per eccellenza che andava in onda nell'intervallo televisivo tra una trasmissione e l'altra, spazi ben presto fagocitati dalla pubblicità.
Il ragazzo è tranquillo e sorride orgoglioso al fotografo ma al contrario delle apparenze, non gli è concesso di distrarsi neanche per un attimo. Questi animali possono fare danni alle coltivazioni nel giro di pochi secondi. Questa tranquillità non è dovuta alla bella giornata o al fatto di essere momentaneamente diventato soggetto fotografico o addirittura al fatto che lui si diverta a fare il pastore. La calma tipica di tutti i pastori è dovuta al fatto che con la postura, la gestualità, un grido, un fischio o anche la semplice presenza da un lato piuttosto che dall'altro del gregge, vi esercitano tutto il loro controllo. Guai a scatenare il panico tra gli animali per un saluto gridato a qualcuno di passaggio, una corsa o uno scatto improvviso. Mai mettere a rischio quella che probabilmente è l'unica fonte di reddito del nucleo familiare. Una responsabilità non da poco.
È questo un lavoro molto duro che lo vede impegnato dall'alba al tramonto, spostarsi continuamente da un territorio ad un altro per poi rientrare e continuare a lavorare fino a notte tarda per chiudere il ciclo giornaliero con la pulizia, la mungitura, la produzione dei prodotti caseari.
Per fare questo mestiere si rinuncia a tutto: non si ha tempo per condurre una vita normale, avere un hobby, praticare uno sport e la sera è troppo tardi e si è troppo stanchi per uscire con gli amici, guardare la TV o semplicemente leggere un libro.
È un rapporto totale quello nascosto in questo scatto.
La prossima volta che ci troviamo di fronte ad una scena del genere pensiamoci due volte prima di pensare: “Beato lui che non fa niente per tutto il giorno!”
2 / 35
‹
›
‹ 2 / 35 ›
pause
play
enlarge
slideshow
Divergenze di vedute
Franco Milito (seconda classificata - premio giuria)
Giuberto De Caria says:
Composizione semplice con i soli protagonisti in risalto.
Vincenzo Gerbasi says:
È un titolo molto azzeccato per quest'immagine semplice, efficace e ben composta, che parla di due entità di rosso vestite ma che sono separate da strade diverse, complice anche il tipo di asfalto; sono legate da un filo ma hanno voglia di seguire obiettivi differenti. Resta il fatto che sono unite da una relazione affettiva, che supera ogni divergenza. E così ci si ritrova ogni giorno a percorrere lo stesso tratto insieme pur cercando direzioni diverse.
3 / 35
‹
›
‹ 3 / 35 ›
pause
play
enlarge
slideshow
Linguaggio universale
Andrea Prestinice (seconda classificata - premio giuria)
Vincenzo Gerbasi says:
Guardando quest'immagine ci si chiede cosa pensa il cane? Cosa pensa il bambino? Non è dato sapere ma la postura e l'espressione di entrambi parlano chiaro. Il bimbo dice: "Sei bellissimo, ti voglio bene!" E lo dice con il cuore attraverso gli occhi socchiusi, un sorriso, un timido cenno di carezza.
Il cagnolino risponde: "E che ti credi? Che non te ne voglia anch'io?" Lo dice anch'esso con gli occhi socchiusi, i muscoli del musetto rilassati e il collo allungato per annusare meglio e cercare un contatto.
Un linguaggio identico, universale appunto. Poco gli importa se il bimbo è vestito da cane. Questa è roba per umani!
4 / 35
‹
›
‹ 4 / 35 ›
pause
play
enlarge
slideshow
La Passeggiata
Mimmo Perpiglia (terza classificata - premio giuria)
Felice Troilo says:
Massima risoluzione e nitidezza,soggetto grande,leggibilità,equilibrio delle masse,punto di forza,convergenza delle linee ecc.Chi conosce bene le regole sa come infrangerle per ottenere un punto di vista personale e originale.
Raggiunto l’obbiettivo con una buona immagine semplice e minimale.
Unico neo l’autore.
9 / 35
‹
›
‹ 9 / 35 ›
pause
play
enlarge
slideshow
Giochi risate e coccole
Daniela Miano (premio giuria)
Mimmo Perpiglia says:
Ho trovato il punto di forza di questa foto nel contenuto.
La mia attenzione é stata immediatamente rapita dal caloroso incontro raffigurato.
Da una parte una gioia incontenibile, dall'altra la gratitudine in una risposta piena di affetto.
Questa scena esprime un calore tale da far dimenticare il gelido e monotono contesto in cui si svolge la scena.
La ripresa dall'alto risulta vincente.
I miei complimenti all'autore.
20 / 35
‹
›
‹ 20 / 35 ›
pause
play
enlarge
slideshow
Oggi non abboccano
Giuberto De Caria
Cosimo Stillo says:
Interessante sia la composizione che la scelta del bianco e nero, i soggetti principali a fuoco con la canna da pesca che rafforza esprimendo una diagonale.
22 / 35
‹
›
‹ 22 / 35 ›
pause
play
enlarge
slideshow
Passione a distanza
Giuliano Monterosso
Gaetano Sestito says:
La composizione nei dettagli figurativi è una chiara espressione del rapporto con gli animali da un punto di vista
etimologico, per lo studio, l'osservazione dei dettagli e la diversità. Nello stesso tempo, nella sfera personale dell'autore è chiaro
il messaggio nel voler comunicare quanto questo rapporto sia intenso, forse veramente morboso, più vero, anche se a "distanza".
C'è un stacco immediato nell'osservatore che viene subito trasportato in questa non comune ed abitudinaria dimensione
nel rapporto con gli animali, come una sorpresa, una riscoperta rispetto a quella più comune, sempre più spesso identificata
e riconosciuta nello stretto legame con animali da compagnia detti anche d'affezione.
26 / 35
‹
›
‹ 26 / 35 ›
pause
play
enlarge
slideshow
Richiamo
Mimmo Perpiglia (premio giuria)
Raffaele Lumare says:
L'inquadratura bassa del cagnolino e delle gambe della padrona ricorda molto la famosa fotografia di Elliott Erwitt. L'appartenenza dell'animale al proprietario, di cui si scorgono solo le gambe e parte del guinzaglio è sottolineata da una forte somiglianza tra il pelo dell'animale e la rifinitura delle scarpe della proprietaria. Lo scatto denota indubbiamente un abile colpo d'occhio del fotografo nel cogliere la similitudine dei due soggetti, cane e scarpe, che diventano entrambi elementi portanti e significativi della fotografia.
Vincenzo Gerbasi says:
È opinione comune quanto spesso i cani somiglino ai loro padroni. È possibile - ma di questo non sono sicuro al 100% - che i cani non facciano nulla per avere questa somiglianza. I padroni d'altro canto e spesso a loro insaputa, assumono gli stessi atteggiamenti del cane o cercano di somigliare in qualcosa al cane. Ma qui siamo nel campo della psicanalisi. Nella foto invece il legame tra il pelo del cane e le scarpe della padrona c'è eccome!
Ottimo sia il b/n che il punto di ripresa. Entrambi permettono di evidenziare, senza alcun dubbio, un rapporto tra i due ad dir poco inconfutabile che va oltre un semplice look esibito per strada.
31 / 35
‹
›
‹ 31 / 35 ›
pause
play
enlarge
slideshow
Talento ed Equilibrio
Cosimo Stillo (premio giuria)
Sergio Cimino says:
La foto rafforza il binomio e la forza vincente tra uomo e cavallo.
L'istante della ripresa mi ricorda una antica diatriba tra coloro che dibattevano di quando un cavallo al galoppo non toccasse il terreno.
I più sostenevano che avvenisse nella fase di distensione delle zampe ma furono
smentiti da una sequenza fotografica (Sequenza di Eadweard Muybridge 1878) che dimostrava il contrario.
Questa foto ha immortalato questo attimo che abbinato al mosso e alla marcata inclinazione del soggetto danno uno stupefacente senso di dinamicità.