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Maggio 2020 - La finestra sul cortile

Il tema fotografico di questo mese tiene inevitabilmente conto del periodo contingente, dove il pericolo causato dalla pandemia da COVID-19 ci ha di fatto tutti reclusi in casa.
Ed è proprio da una situazione analoga, narrata nel film "La finestra sul cortile" di genere thriller del 1954 e diretto da Alfred Hitchcock, che trae ispirazione il tema fotografico di questo mese. Nel film, costretto sulla sedia a rotelle da un incidente sul lavoro, che gli ha procurato la frattura di una gamba, un fotoreporter d'azione (James Stewart) passa il tempo spiando col teleobiettivo i suoi vicini di casa e scopre...
Costretti a vivere in casa per il DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) noi, fotoamatori d'azione sprezzanti del pericolo (chi più chi meno) siamo ora chiamati a raccontare com'è la vita all'esterno vista "da casa". Come passano le giornate i nostri vicini di casa o semplicemente tutto ciò che di interessante è fotografabile dalla finestra o dal nostro balcone di casa. Cogliere certi dettagli della vita quotidiana, in questo tempo, aiuterà chiunque a riflettere sul valore del sacrificio che stiamo facendo per il bene comune. Non cadiamo pertanto nell'errore di esprimere giudizi affrettati nel considerare qualche foto banale, poiché per essere comprese ed apprezzate avranno bisogno di un elemento indispensabile non immediatamente disponibile: il tempo.

Al link seguente la registrazione della serata con visione e commenti delle foto: La finestra sul Cortile


vg
Vincenzo Mano (prima classificata) Vincenzo Gerbasi says: Da relegati in casa e guardando sul nostro “ipotetico cortile”, contest del mese, è possibile scorgere di tutto. Tra le altre cose, può capitare di scorgere dalla propria finestra chi fa altrettanto. Favorito da un ottimo b/n che esalta le sensazioni percepite, l’autore coglie uno scambio di sguardi che a loro volta permettono di veicolare un messaggio preciso. La mamma con il bambino in braccio si trova evidentemente in casa perché piove. La consapevolezza di ciò si legge nello sguardo sereno e rassegnato della mamma che sa che non resta che aspettare. Il suo sguardo va verso l’alto, la direzione dalla quale arriveranno le buone notizie. Nel frattempo, con presa ferma, sorregge il figlioletto scalpitante. Meno d’accordo è il bambino, che con la sua espressione e con la sua manina non sembra accettare il confine che opera il vetro della finestra dal mondo esterno. I suoi occhi parlano del desiderio di andare oltre quel limite che lo blocca, con la sua mano vorrebbe toccare ciò che sta fuori, vorrebbe semplicemente uscire a giocare. Il suo sguardo va verso la meta del suo desiderio e mentre non si dà pace di questa costrizione, incrocia lo sguardo del fotografo e in un attimo gli comunica tutta la sua tristezza. Immagine dolce e melanconica, in attesa del sole. Per ora c'è la scusa della pioggia ma chi spiegherà al bambino che dovrà restare chiuso in casa anche dopo che sarà spuntato il sole? A questa tenera età, come si spiega il lockdown? È forse a questo che pensa la sua mamma?
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4 - Aspettando il sole
Vincenzo Mano (prima classificata)

Vincenzo Gerbasi says:
Da relegati in casa e guardando sul nostro “ipotetico cortile”, contest del mese, è possibile scorgere di tutto. Tra le altre cose, può capitare di scorgere dalla propria finestra chi fa altrettanto. Favorito da un ottimo b/n che esalta le sensazioni percepite, l’autore coglie uno scambio di sguardi che a loro volta permettono di veicolare un messaggio preciso. La mamma con il bambino in braccio si trova evidentemente in casa perché piove. La consapevolezza di ciò si legge nello sguardo sereno e rassegnato della mamma che sa che non resta che aspettare. Il suo sguardo va verso l’alto, la direzione dalla quale arriveranno le buone notizie. Nel frattempo, con presa ferma, sorregge il figlioletto scalpitante. Meno d’accordo è il bambino, che con la sua espressione e con la sua manina non sembra accettare il confine che opera il vetro della finestra dal mondo esterno. I suoi occhi parlano del desiderio di andare oltre quel limite che lo blocca, con la sua mano vorrebbe toccare ciò che sta fuori, vorrebbe semplicemente uscire a giocare. Il suo sguardo va verso la meta del suo desiderio e mentre non si dà pace di questa costrizione, incrocia lo sguardo del fotografo e in un attimo gli comunica tutta la sua tristezza.
Immagine dolce e melanconica, in attesa del sole.
Per ora c'è la scusa della pioggia ma chi spiegherà al bambino che dovrà restare chiuso in casa anche dopo che sarà spuntato il sole? A questa tenera età, come si spiega il lockdown? È forse a questo che pensa la sua mamma?
Andrea Prestinice (seconda classificata e premio giuria) Vincenzo Gerbasi says: Il tema del contest è rispettato alla lettera, si vedono infatti chiaramente sia la finestra, che il cortile e pertanto è centrato in pieno. È il punto di vista di chi, “recluso” in casa, decide di volgere il suo sguardo all’esterno. Titolo azzeccatissimo e pertanto molto efficace poiché conferma quello che il ragazzino con il pallone, cerca di comunicare con la sua postura all'amichetto. La testa leggermente piegata rafforza il concetto di una attesa troppo lunga per un bambino e della conseguente tristezza per l’obbligo di dover stare chiusi dentro casa. Bene la scelta di mettere a fuoco il bambino di spalle e sfocare quello in giardino. Questo ha creato due piani distinti e separati con un buon effetto di profondità. Due piani che da punto di vista dell’idea sono comunque fortemente legati dallo scambio degli sguardi che, a loro volta, sottendono un solo comune desiderio: ritornare a giocare insieme. Il tutto è rafforzato dal un b/n che aiuta a concentrare l'attenzione sul contenuto e quindi sul sentimento provato dai bambini. È una scena dolce e struggente allo stesso tempo. Complimenti all'autore!
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21 - Io ti aspetto
Andrea Prestinice (seconda classificata e premio giuria)

Vincenzo Gerbasi says:
Il tema del contest è rispettato alla lettera, si vedono infatti chiaramente sia la finestra, che il cortile e pertanto è centrato in pieno.
È il punto di vista di chi, “recluso” in casa, decide di volgere il suo sguardo all’esterno.
Titolo azzeccatissimo e pertanto molto efficace poiché conferma quello che il ragazzino con il pallone, cerca di comunicare con la sua postura all'amichetto. La testa leggermente piegata rafforza il concetto di una attesa troppo lunga per un bambino e della conseguente tristezza per l’obbligo di dover stare chiusi dentro casa.
Bene la scelta di mettere a fuoco il bambino di spalle e sfocare quello in giardino. Questo ha creato due piani distinti e separati con un buon effetto di profondità.
Due piani che da punto di vista dell’idea sono comunque fortemente legati dallo scambio degli sguardi che, a loro volta, sottendono un solo comune desiderio: ritornare a giocare insieme.
Il tutto è rafforzato dal un b/n che aiuta a concentrare l'attenzione sul contenuto e quindi sul sentimento provato dai bambini.
È una scena dolce e struggente allo stesso tempo.
Complimenti all'autore!
Mimmo Perpiglia (terza classificata)
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3 - Aprile 2020
Mimmo Perpiglia (terza classificata)
Francesca Bomparola (terza classificata) Vincenzo Gerbasi says: Come uscire di casa e sentirsi ancora di più al chiuso. È questo quello che sembra gridarci questa immagine molto evocativa. La ripresa dall’alto accentua questa sensazione claustrofobica che già di per sé mostra il minuscolo cortiletto fatto di duro cemento. In periodo di lockdown, poi, una immagine del genere parla ancor di più di solitudine nella solitudine. Qui si parla non di una persona in particolare ma di tutte le persone di una certa età che si ritrovano in una situazione di solitudine o addirittura di abbandono. Ultimo, ma non ultimo come importanza, è l’abbinamento scala-sguardo. Una scala malferma ma insufficiente a qualsiasi scopo, indica una direzione e un verso. Solo lo sguardo verso l’alto non ha ostacoli in una situazione dove non ci sono altre vie di uscita: solo muri e sbarre. Un via di uscita cercata? Desiderata? Non possiamo saperlo con certezza. Di sicuro per ora la scelta e la speranza sono di restare aggrappati alla vita, come quella che stringe con amore tra le mani. Perfetta la scelta del b/n che ci obbliga a riflettere sui pensieri che sono in corso. Immagine di forte impronta metaforica.
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24 - Nuove speranze
Francesca Bomparola (terza classificata)

Vincenzo Gerbasi says:
Come uscire di casa e sentirsi ancora di più al chiuso. È questo quello che sembra gridarci questa immagine molto evocativa. La ripresa dall’alto accentua questa sensazione claustrofobica che già di per sé mostra il minuscolo cortiletto fatto di duro cemento. In periodo di lockdown, poi, una immagine del genere parla ancor di più di solitudine nella solitudine. Qui si parla non di una persona in particolare ma di tutte le persone di una certa età che si ritrovano in una situazione di solitudine o addirittura di abbandono. Ultimo, ma non ultimo come importanza, è l’abbinamento scala-sguardo. Una scala malferma ma insufficiente a qualsiasi scopo, indica una direzione e un verso. Solo lo sguardo verso l’alto non ha ostacoli in una situazione dove non ci sono altre vie di uscita: solo muri e sbarre. Un via di uscita cercata? Desiderata? Non possiamo saperlo con certezza. Di sicuro per ora la scelta e la speranza sono di restare aggrappati alla vita, come quella che stringe con amore tra le mani. Perfetta la scelta del b/n che ci obbliga a riflettere sui pensieri che sono in corso. Immagine di forte impronta metaforica.
Vincenzo Gerbasi (terza classificata)
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25 - Occhio indiscreto
Vincenzo Gerbasi (terza classificata)
Franco Milito
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1 - Ahi ahi senza guanti e senza mascherina
Franco Milito
Dino Ferro
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2 - Al telefono
Dino Ferro
Franco Milito
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5 - Assembramento resto in auto
Franco Milito
Francesca Bomparola
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6 - Barriere
Francesca Bomparola
Vincenzo Gerbasi
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7 - Bolla vitale
Vincenzo Gerbasi
Daniela Miano (premio giuria) Mimmo Perpiglia says: Questa immagine esalta l'immobilità imposta dal covid-19. I diversi piani orizzontali in cui essa si articola, la forte geometria contenuta è l'assenza di qualsiasi movimento contribuiscono, nell'insieme, a trasmettere questa sensazione di immobilità. Le due figure del piano inferiore ricordano la nostra impotenza di fronte all'effetto pandemia. I mie complimenti all'autore per come ha espresso il disagio che si sta vivendo.
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8 - Chi c'è sotto
Daniela Miano (premio giuria)

Mimmo Perpiglia says:
Questa immagine esalta l'immobilità imposta dal covid-19.
I diversi piani orizzontali in cui essa si articola, la forte geometria contenuta è l'assenza di qualsiasi movimento contribuiscono, nell'insieme, a trasmettere questa sensazione di immobilità.
Le due figure del piano inferiore ricordano la nostra impotenza di fronte all'effetto pandemia.
I mie complimenti all'autore per come ha espresso il disagio che si sta vivendo.
Vaccaro Gaetano
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9 - Controsensi
Vaccaro Gaetano
Agata Mirabelli
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10 - Covidbuster
Agata Mirabelli
Salvatore Sendente (premio giuria) Felice Troilo says: Una interessante candid camera,semplice,delicata,ben composta e non urlata di una dirimpettaia nell’amorevole e quotidiano gesto di attenzione verso il suo mondo vegetale.Tema centrato.Complimenti!
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11 - Dal cortile
Salvatore Sendente (premio giuria)

Felice Troilo says:
Una interessante candid camera,semplice,delicata,ben composta e non urlata di una dirimpettaia nell’amorevole e quotidiano gesto di attenzione verso il suo mondo vegetale.Tema centrato.Complimenti!
Dino Ferro
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12 - Dialogo di vicinato
Dino Ferro
Daniela Miano
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13 - Divertirsi con poco
Daniela Miano
Raffaele Lumare
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14 - Dog Terapy-1
Raffaele Lumare
Natalia Bloise
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15 - Sentirsi osservati
Natalia Bloise
Felice Troilo
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16 - Family life
Felice Troilo
Claudia Rubino
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17 - Free press
Claudia Rubino
Antonio Biancullo
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18 - Giorgia in Fase 2 Covid 19
Antonio Biancullo
Mimmo Perpiglia
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19 - Il cortile. Aprile 2020
Mimmo Perpiglia
Antonio Biancullo
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20 - Incrocio segni Fase 1 e 2 Covid 19
Antonio Biancullo
Agata Mirabelli
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22 - La sicurezza oggi
Agata Mirabelli
Gaetano Sestito
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23 - Nel cortile delle Grazie
Gaetano Sestito
Andrea Prestinice (premio giuria) Raffaele Lumare says: Rispecchia più autenticamente il titolo anglosassone del film (Rear Window). Il fotografo lo fa con molta autoironia. Sbircia scostando l’angolo della tendina come un vero ’’spione’’, quasi a voler essere certo di non essere visto. Entra nella vita del vicino col voyeurismo tipico della condizione esistenziale umana. La finestra, pure essa inquadrata come quinta di un teatro, in cui la tenda funge da sipario che dovrebbe impedirci di essere visti, ma anche di vedere ciò che non deve necessariamente essere reso pubblico.
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26 - Passato presente e futuro
Andrea Prestinice (premio giuria)

Raffaele Lumare says:
Rispecchia più autenticamente il titolo anglosassone del film (Rear Window). Il fotografo lo fa con molta autoironia.
Sbircia scostando l’angolo della tendina come un vero ’’spione’’, quasi a voler essere certo di non essere visto.
Entra nella vita del vicino col voyeurismo tipico della condizione esistenziale umana.
La finestra, pure essa inquadrata come quinta di un teatro, in cui la tenda funge da sipario che dovrebbe impedirci di essere visti,
ma anche di vedere ciò che non deve necessariamente essere reso pubblico.
Claudia Rubino
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27 - Pensiero per la testa
Claudia Rubino
Natalia Bloise
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28 - Pulizie davvero straordinarie
Natalia Bloise
Raffaele Lumare
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29 - Dog Terapy-2
Raffaele Lumare
Salvatore Sendente
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30 - Sola
Salvatore Sendente
Felice Troilo
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31 - The opposite
Felice Troilo
Gaetano Sestito
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32 - Un mondo orami lontano
Gaetano Sestito
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